Primo Levi e l’oro della Dora

Partigiano nelle valli del Piemonte, Primo Levi viene catturato dai repubblichini il 13 dicembre 1943 e imprigionato.

 

Soffrendo per il freddo, Levi ottiene da un milite di essere portato nel locale caldaia, dove incontra un altro detenuto, in prigione perché contrabbandiere; fra i vari mestieri, fa anche quello di cercare l’oro nella Dora, chiamata così proprio perché “porta oro”. Infine Levi viene riportato in cella.

 

“Nella cella mi riaccolse la solitudine, il fiato gelido e puro delle montagne che penetrava dalla finestrella, e l’angoscia del domani. Tendendo l’orecchio, nel silenzio del coprifuoco, si sentiva il mormorio della Dora, amica perduta, e tutti gli amici erano perduti, e la giovinezza, e la gioia, e forse la vita; scorreva vicina ma indifferente, trascinando l’oro nel suo grembo di ghiaccio fuso. Mi sentivo attanagliato da un’invidia dolorosa per il mio ambiguo compagno, che presto sarebbe ritornato alla sua vita precaria ma mostruosamente libera, al suo inesauribile rigagnolo d’oro, ad una fila di giorni senza fine.”

(da Primo Levi, Il sistema periodico)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *