L’Agnese va a morire

Penso a L’Agnese va a morire di Renata Viganò. Tutta la vicenda si svolge nelle valli di Comacchio. Fra l’acqua e il cielo nelle capanne dei pescatori si muovono i partigiani. È inverno. L’ultimo inverno di guerra. All’ultima battaglia con i tedeschi sono sopravvissuti in pochi, una ventina, di cui molti feriti. Da L’Agnese va a morire di Renata Viganò (Einaudi, 1949):

“Nell’aria assordante si sentivano le loro voci lente; un lamento strano, sembrava qualcuno che cantasse, veniva di là dall’argine, uno che non era morto, era restato solo, la guerra l’aveva lasciato indietro, e doveva morire. Mentre i compagni lottavano per salvarsi, non gli davano ascolto, non potevano pensare a lui.

Dalla sponda opposta del fiume, oltre la gonfia acqua spumosa che faceva lega coi tedeschi per impedire il passaggio, si svegliarono anche le mitragliere contraeree degli alleati. Gli inglesi avevano inteso il frastuono della battaglia, guardavano coi binocoli, stando sicuri nelle loro postazioni. Videro molti tedeschi e pochi partigiani. Non gli importava niente, agli inglesi, di quei pochi partigiani che combattevano per non morire, che erano arrivati tanto vicini – appena la modesta lunghezza del fiume – ad afferrare la libertà. Gli alleati volevano colpire i tedeschi. Il tiro fu diretto su quella stretta terra fra i due argini, in cui si agitava ancora tanta gente, batté sui sassi, sugli spini, sulle ripe, dovunque si vedeva muovere, dovunque c’era battaglia e vita, e anche sul paese, sui civili che non c’entravano.

Il numero dei partigiani calava sempre: erano riusciti, non si sa come a sganciarsi dai tedeschi, ad allontanarsi un poco: adesso potevano servirsi delle armi automatiche, ricominciavano a sparare. Ma gli inglesi intervennero una seconda volta, nel furibondo dialogo dei mitra e degli sten. La valletta venne battuta palmo a palmo, una grossa ondata di ferro. Proiettili grossi, fatti per forare la veste metallica degli inesistenti aerei germanici, piovvero sui corpi scoperti. Nessuno poteva scampare, come nessuno può stare senza bagnarsi sotto una pioggia dirotta. I partigiani sparavano l’ultimo colpo e morivano. Anche Tom, il comandante di compagnia, sparò l’ultimo colpo e morì.”

Solo due uomini sopravvivono, gettandosi nel fiume.

“Gli inglesi sono degli sportivi. Gli piacciano le belle imprese di forza. Si divertirono a guardare: poi dettero finalmente alle mitragliere l’ordine di cessare il fuoco che continuava sui morti.”

 

 

 

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